Partendo dalla visione della "self-driving company" (autore: Florian Schnitzhofer), Röhe compie un passo decisivo: esamina come la resilienza possa essere sistematicamente ancorata e resa misurabile per rendere le aziende a prova di crisi nel lungo periodo.
Non solo gestione del rischio
Un'idea centrale del libro è che la resilienza è più di una semplice gestione del rischio. Mentre le analisi del rischio si concentrano spesso sul passato e si limitano alle probabilità, Röhe sostiene una concezione più ampia che include anche i rischi rari, i cosiddetti "fat-tail risks". Le aziende non devono solo reagire in modo resiliente, ma anche imparare dalle crisi e aumentare la propria competitività.
Modelli e strumenti per la pratica
Particolarmente degna di nota è la "Ruota vincente" che ha sviluppato, un modello che si concentra su quattro dimensioni: autonomia, sostenibilità, umanità e resilienza. Serve sia come strumento intuitivo di riflessione sia come sistema di misurazione che visualizza i punti deboli e il potenziale di sviluppo. Questa base teorica è illustrata da numerosi casi di studio, ad esempio nel settore finanziario, dove le piattaforme digitali hanno contribuito a rimanere operative durante la pandemia.
Un punto di forza pratico del libro è il concetto di cruscotto di resilienza. Questa applicazione è stata progettata per consentire ai dirigenti aziendali di ottenere in qualsiasi momento informazioni sulla resilienza della loro organizzazione, valutare le minacce e avviare le misure adeguate. Röhe colma così il divario tra teoria astratta e pratica gestionale concreta.
Punti di forza e criticità
I punti di forza del libro risiedono chiaramente nel suo approccio olistico e nella sua praticità. Röhe combina le scoperte scientifiche con strumenti pratici direttamente applicabili. Particolarmente preziosa è la sua attenzione alle forme di business digitali e automatizzate, che pongono nuove sfide alla resilienza.
Una nota critica: la visione sembra a tratti molto ambiziosa. Le prospettive per l'anno 2035 e l'immagine dell'azienda a guida autonoma possono sembrare piuttosto speculative ad alcuni lettori. Inoltre, le domande sulla dimensione etica dell'automazione e sulle conseguenze sociali passano spesso in secondo piano.
Nel complesso, tuttavia, L'azienda resiliente offre un importante contributo alla letteratura manageriale attuale. Dimostra in modo impressionante che la resilienza non è una parola d'ordine, ma una necessità strategica. Per i manager che vogliono rendere la propria organizzazione a prova di crisi, il libro offre impulsi preziosi, modelli pratici e un messaggio chiaro: solo chi costruisce sistematicamente la resilienza sopravviverà in un futuro imprevedibile.